Marco Zappa:
il premio Unesco 2017 pubblica un best of
Di PieroSal
APR 5, 2024
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Marco Zappa finalmente ci prova a mettere piede anche in Italia e lo fa con carte assai imperiose da giocarsi: oltre 60 anni di carriera, 40 pubblicazioni, Premio Unesco nel 2017, Premio Svizzero della Musica nel 2019. Cos’altro? Beh oggi un doppio disco che raccoglie “soltanto” 32 delle sue canzoni, tra vecchi successi e nuovi arrangiamenti. “Anele” esce per la RadiciMusic di Arezzo ed è un viaggio davvero imponente dentro la sua terra del Ticino, con canzoni in italiano e un secondo disco interamente in dialetto. Manca solo la vostra curiosità e la voglia di scoprire quanta storia c’è oltre la cordigliera delle Alpi:
Premio Unesco nel 2017. Partiamo da qui: dove nasce questo straordinario traguardo?
Sì, è un premio che mi ha fatto particolarmente piacere, in quanto leggendo le motivazioni che hanno attribuito al mio lavoro, ho capito che hanno centrato pienamente le mie intenzioni.
Assegnamo il Partenariato alla carriera al cantautore ticinese MarcoZappa,
“Per aver vissuto è concepito l’arte della Musica come linguaggio di forte covivialità fra tradizioni e culture diverse e per aver cercato tenacemente le proprie radici umane e artistiche all’interno di una realtà in continuo divenire, affinando e maturando il proprio messaggio di impegno civile”. Questo premio mi è stato consegnato prima di un nostro concerto, sul palco del Teatro Sociale di Bellinzona, il 14 marzo del 2017. Questo riconoscimento riguarda, con mio grande piacere, sia i miei testi, sia le mie musiche, aperte al mondo, pur essendo esse molto radicate nella mia terra, nella mia cultura e nella nostra storia. Durante ogni viaggio che intraprendiamo per i nostri concerti in tutti i paesi, collaboriamo spesso con musicisti del luogo, dai quali impariamo a conoscere altre culture, altri strumenti che poi pian piano facciamo nostri.
Sembra assurdo di come oltre la cordigliera delle Alpi poi il rumore mediatico sparisca. Secondo te perché la tua voce non è mai arrivata da noi come si deve?
Penso che le ragioni siano molteplici. Innanzitutto, durante tutti questi anni mi sono concentrato completamente sull’aspetto musicale di composizione, di lavoro in studio e nell’organizzazione di concerti in Svizzera, dove c’era una fitta rete di teatri e di Festival. Mi è mancato sicuramente un produttore esterno che si dedicasse unicamente all’organizzazione di concerti in Italia, dove ho suonato spesso, ma sempre senza una continuità. La Svizzera è formata da quattro regioni linguistiche (tedesca, francese, romancia ed italiana) e quella in cui si parla italiano, la mia lingua madre, è la più piccola. Per questo motivo le mie tournée si sono tenute prevalentemente in regioni linguistiche nelle quali gli spettacoli erano presentati in queste lingue. Anche le mie case discografiche non hanno mai avuto dei partner discografici in Italia, perché erano concentrate sul mercato svizzero. Solo con questo nuovo doppio Album “Anele” ho cercato finalmente una casa discografica italiana, la RadiciRecords di Arezzo, con cui stiamo lavorando molto bene! Sarebbe per noi molto importante poter trovare anche in Italia teatri e sale da concerto in cui suonare per presentare la nostra musica che, in fondo, è molto italiana.
Anche la televisione svizzera è legata alle nostre quattro culture e capita piuttosto che si prendano e si importino artisti dall’estero piuttosto che aver la forza di esportare i propri.
La medesima cosa capita con i giornali, quelli in lingua italiana sono veramente pochi e gli altri nelle altre lingue non arrivano sicuramente in Italia.
E viceversa: accade anche il contrario? C’è della musica che dall’Italia non approda come dovrebbe anche in Svizzera?
No, la musica italiana tutta arriva ed è molto gettonata anche in Svizzera, anche nelle parti linguisticamente diverse. La vostra produzione televisiva è molto forte è fatta quasi sempre molto bene ed in modo molto allettante. Il fatto che la Svizzera abbia queste quattro diverse culture e lingue rappresenta un grande freno a farsi conoscere. Io ho la fortuna di parlare sia lo svizzero tedesco sia il francese e grazie a questo, mi sono esibito spesso in tutte le regioni, sia nei grossi festival che nei teatri che fino a qualche anno fa erano molto presenti sul territorio.
“Anele” è il tuo vero “Best Of”, giusto? Canzoni di una vita… sono registrazioni dell’epoca o hai registrato da capo qualcosa?
“Anele” non è stato concepito come un “Best of”, ma come un doppio album contenente sia nuove canzoni inedite, sia riprese “live” di brani del mio vasto repertorio, da pubblicare in occasione del mio 75mo compleanno. Per me era importante non pubblicare un album di vecchie registrazioni, ma mostrare concretamente quanto la mia musica fosse attuale è viva, come i miei splendidi musicisti della band fossero incredibilmente bravi e vogliosi di suonare dal vivo. In effetti, i brani scritti in passato sono stati registrati, con miei nuovi arrangiamenti, durante tre grossi festival svizzeri, durante il 2023. In queste occasioni, attorno alla mia band di base, ho invitato altri musicisti che dessero anche dal vivo le varie colorazioni etniche, popolari, blues e cantautorali che hanno sempre contraddistinto il mio lavoro discografico. Se visitate il mio nuovo sito (marcozappa.ch) vi troverete tutte queste importanti informazioni, per capire il nostro lavoro.
Altri brani, quelli inediti, li ho registrati nel mio studio, con tecnica delle sovraincisioni, suonando e cantando tutte parti, esattamente come avevo già fatto nel rimassimo LP “Change” del 1974.
In effetti, però, leggendo tutte le recensioni che mi arrivano ora dall’Italia, mi sto rendendo conto che “Anele” è un concentrato di… Marco Zappa. Un album che può dare a chi non mi e ci conosce ancora, un’idea abbastanza precisa della nostra storia.
Ricordi il tuo primo disco?
Il mio primo disco era un singolo uscito nel 1967 registrato assieme alla mia prima Band giovanile, i “Teenagers”. Cantato in inglese, come i tempi richiedevano. In quegli anni il nostro repertorio comprendeva brani degli Animals, dei Beatles e degli Stones. È stato un periodo importantissimo per la mia formazione musicale, molto aperta già in quegli anni al blues, all’improvvisazione ed alla vocalità.
Ricordi il tuo ultimo disco di inediti?
A parte alcuni LP dedicati ai Beatles ed a George Harrison, tutta la mia produzione discografica è stata di inediti. Ogni nuovo album era un “Concept Album” (ne ho pubblicati più di 40), era un assieme di nuove mie composizioni che presentavamo in seguito nelle nostre tournée. Anche per conoscere questi lavori, usciti regolarmente dal 1967 ad oggi), consultate il mio sito. Li potete ascoltare e conoscere tutti.
Se ti chiedessi in 60 anni cos’è cambiato in Marco Zappa?
È una bella domanda. In “Anele” ci sono alcuni nuovi brani che parlano proprio di questo.
Come le mie musiche ed i miei testi, sono cambiato io. Sono cambiato, ho studiato, ho conosciuto molte situazioni nuove, ho cercato di affrontarle e di risolverle, maturando, diventando più cosciente del mondo, sempre, però, cercando di restare fedele a concetti fondamentali come la necessità di interloquire, di dare e prendere sensazioni nuove, con tanta, tanta sperimentazione.
Osservando il mondo che ci circonda è diventato paradossalmente sempre più difficile capire cosa sia giusto o sbagliato, dove sia più giusto stare, cosa sia più o meno giusto pensare…
Io sono sempre ancora il ragazzino con tanta voglia di imparare cose nuove, di stupirmi davanti alle cose belle e con una grande voglia di suonare. Assieme ad Elena, mia moglie, le giornate sono sempre piene di lavoro di viaggi, di momenti belli assieme, che mi è ci fanno sempre una grande forza di andare sempre avanti!