Prefazione
Spesso nella vita bisogna adattarsi alle nuove situazioni, senza avere la possibilità di scegliere. In questi mesi particolari rinchiusi in casa, abbiamo guardato e vissuto le nostre quattro mura con occhi diversi. Abbiamo pensato spesso al valore delle cose che fondano il nostro stare al mondo, alle piccole situazioni di ogni giorno, alle relazioni dirette con le persone e anche alla loro mancanza, al gioco, alla natura che ci circonda, alla cura dei pensieri e della nostra interiorità.
Alla fine di gennaio, dopo essere tornati dal tour nelle Filippine e dopo aver iniziato a sentire già durante il viaggio di ritorno la vicinanza subdola del Covid, ci siamo ritrovati, come tutti, chiusi in casa impauriti ed increduli.
Tutto è iniziato con la decisione di Elena di aiutarmi a riordinare e ristrutturare il nostro Home-Studio, rimettendo in funzione, pronti per le registrazioni, tutti gli strumenti, dal vecchio Hammond con il suo Leslie originale, agli amplificatori Vox e Fender, ai stupendi vecchi microfoni Neumann che avevo acquistato a suo tempo dalla RSI... In pochi giorni di duro lavoro mi sono trovato in un allettante e attraente nuovo studio, con tutti gli strumenti collegati a ProTools, per essere registrati.
Il resto è venuto da sè. Quando la RSI ci ha chiesto di creare un video in cui si esortava la popolazione a restare in casa, tutto ha cominciato a rivivere. Dopo questo video realizzato da Elena è arrivato anche il primo brano “AspettandoDiVolare”, poi il secondo, il terzo... e alla fine di giugno ci siamo ritrovati con dodici nuove composizioni, dodici nuovi video e con una grande voglia di poter finalmente tornare a suonare dal vivo. E in sintonia con il tipo di messaggio e l’arrangiamento di ogni brano, ho suonato ed ho riscoperto molti strumenti che da anni non avevo più toccato: la tromba, il banjo, le varie chitarre elettriche, i bassi e il contrabbasso, il pianoforte l’organo Hammond, i vari flauti e la nuova Violyra, portata dal nostro viaggio nelle Filippine, il corno, il clarinetto, le varie armoniche, il Bercandeon, e le varie percussioni, i cori assieme ad Elena... Abbiamo cercato di allargare il più possibile gli orizzonti tematici, musicali e strumentali, senza aver paura di riprendere a volte anche semplici ritmi ed accordi popolari o blues. Abbiamo cercato di costruire nuove soluzioni alternative, e di descrivere la realtà con le parole, con la musica, con le immagini, annotando sempre diligentemente vicino al titolo anche la data in cui abbiamo scritto i brani.
Nel frattempo, anche l’amico vignettista Adriano Crivelli, con cui avevamo già lavorato nel 1982 con l’LP “Mani”, stava lavorando su una serie di disegni ambientati in questi mesi strani di pandemia. Ci siamo risentiti e subito è nata l’idea di unire il nostro ed il suo lavoro.
Stava così nascendo piano piano l’idea di pubblicare un nuovo libro multimediale che contenesse i nostri testi, i suoi disegni, i riferimenti ai video su YouTube, ed il CD con le dodici nuove canzoni.
Grazie al prezioso aiuto del maestro Massimiliano Matesic, per la prima volta abbiamo dato spazio anche a tutte le partiture complete dei brani che nel frattempo ho scritto per voce, chitarra, violino, violoncello e contrabbasso.
In questi mesi di grande lavoro, abbiamo apprezzato e valorizzato il nostro tempo, creando questo nuovo libro multimediale che vorremmo condividere con tutti voi.
“CuiTémpCheTira”!
Elena e Marco Zappa
Sementina, 16 settembre 2020
Per fortuna,
tra le cose care della vita, del nostro passato e dei nostri giorni, c’è ancora Marco Zappa
Ho conosciuto Marco Zappa solo recentemente. Di persona, intendo, perché come tutti avevo già ascoltato
le sue canzoni e registrato la sua immagine da molti decenni, facendo parte Marco Zappa in un certo senso
dell’eredità culturale del nostro Paese. Di fronte a lui, ho cercato subito di sondare una sua prospettiva per
così dire ‘storica’, quella che mi sembrava la più interessante. Una persona che aveva attraversato epoche
quasi mitiche, almeno dal punto di vista musicale, uscendone sempre con la decisa freschezza che tuttora
trasmette a chi abbia il piacere di ascoltarlo. E così è in questo libro, che raccoglie le sue ultimissime
composizioni, nuove eppure di un tranquillizzante suo stile che ci fa dire «per fortuna, tra le cose care della vita,
del nostro passato e dei nostri giorni, c’è ancora Marco Zappa».
Queste canzoni al tempo del Covid-19 marcano, come tutte le sue composizioni, il passare del tempo.
Nella linea qui sopra tracciata di un testimone dei nostri tempi e dei tempi che ci hanno preceduti, Marco
tende a rappresentare nelle sue canzoni quasi una specie di documentazione. Ascoltarle ci richiamerà
questi mesi così duri, anche quando tutti li avranno se non dimenticati almeno un po’ superati e forse capiti.
La sequenza con la quale l’autore le ha disposte all’interno di questo libro rappresenta in un qualche modo
il succedersi delle sensazioni e dei sentimenti condivisi in questi contesti così inusuali e strani ancora prima
che duri e dolorosi. Dalle prime incredulità, alla constatazione della delicatezza del momento, ai timori, alle
incertezze, alle sensazioni che si vivono di fronte a una condizione sociale mai attraversata e tantomeno
immaginata. Dall’alternarsi tra angoscia e buonumore («balliamo in casa» dice una delle canzoni), all’allusione
ai disagi sociali (qui originalmente rappresentati dall’originale ‘viaggio’ di una banconota, di mano in mano),
al vaglio delle notizie che ci giungono in questa curiosa temperie, alla speranza delle riaperture e alla fiducia
che il destino e la natura tornano, dopo tanto tempo, a concederci; per finire con il ritrovato rapporto tra le
generazioni, che la pandemia aveva messo più volte seriamente alla prova e in crisi. È seguendo questo
succedersi che la raccolta si chiude con le parole della speranza e della fiducia nella vita e nei suoi valori.
Per trarre pieno profitto dall’ascolto delle musiche di Marco, è utile potere beneficiare dei testi introduttivi
che aprono le trascrizioni dei brani e anche, se possibile, vedere come le canzoni stesse vengono rappresentate,
quasi inscenate, nei filmati YouTube, nei concerti e nelle serate di presentazione. Lì si capisce lo sforzo, la passione, l
a coerenza che sono all’origine di queste composizioni. Recentemente ho avuto modo di vederlo mentre,
in formato ‘multimedia’, accompagnava con la voce e la chitarra una base di altrettanta voce e altrettanta chitarra
e insieme le immagini di uno dei suoi filmati. Devo dire che l’ho molto ammirato: si leggevano, in quella performance,
i decenni di esperienza e di mestiere, gestiti, devo aggiungere, con leggerezza e professionalità ammirevoli.
Ecco, credo che il valore della musica di Marco Zappa sia soprattutto quello di richiamarci con sapienza e affetto
per il proprio lavoro un passato collettivo recente ma anche lontano. Un vivere insieme che ha sue virtù e sue
ricchezze indubbie. Un succedersi di epoche che è di tutti. Un sentimento che ci conforta e ci rincuora. La musica
che mi piace, le note che vorrei sempre ascoltare.
In quali rappresentazioni potrebbe risiedere, altrimenti, il valore del patrimonio musicale popolare.
Stefano Vassere
Direttore delle Biblioteche Cantonali ticinesi