Grande serata musicale per il 700mo sotto la tenda Botta, aperta da un riuscito collage di musicisti e idee operato dal cantautore ticinese, proseguita con l'ispirata "suite" di Dollar Brand e il Jazz dei Swiss Leaders.
Tenda del 700 stracolma di pubblico venerdì sera a Bellinzona per il capitolo meno ufficiale e più popolare dei festeggiamenti...
Un ambiente ideale per un appuntamento musicale sontuoso. Quando Emanuela Gaggini, si presenta sul palco per aprire la serata, la scena è un brulicare di musicisti che si stanno disponendo attorno al cantautore Marco Zappa e ai suoi due figli Daria e Mattia. Da un lato gli archi del Corelli Ensemble, dall'altro i fiati di Bruno Spoerri (sax) e Danilo Moccia (trombone), il contrabbasso di Tony Uhle, la sezione ritmica di Oliviero Giovannoni. Dietro la Scarp da Tennis Band, simpaticamente scanzonata e irriverente. Ad un certo punto sarà Franco Ambrosetti ad unirsi a quest'ensemble in una ben riuscita improvvisazione jazzistica. «1991 Compagni di viaggio",lo spettacolo di Marco Zappa debutta in Quest'occasione destinato ad una tournée nazionale. È certamente l'opera di maggior pregio fino ad oggi compiuta da questo musicista versatile, tecnicamente assai dotato e culturalmente votato ad un recupero dei suoni e delle idee degli anni 60 e 70 in veste attuale e musicalmente più decorosa. Le sue canzoni, sbocciate sulle corde di una chitarra e proponibili con una loro intrinseca suggestione attorno ad un bivacco da openair woodstockiano , si arricchiscono di spessore musicale e fascino nel controcanto degli archi e dei fiati. Stupendo Oliviero Giovannoni alle percussioni ed al vibrafono usato in funzioni percussive. Bravo anche Duilio Galfetti al mandolino. Ottimi anche Moccia al trombone e Spoerri al sax. Precisi gli interventi degli archi del Corelli Ensemble. E toccanti le esibizioni di Daria e Mattia, chiamati a ruoli di solisti che impegnano al massimo le loro acerbe esperienze di musica improvvisata, la riuscita di un così impegnativo concerto è affidata soprattutto agli arrangiamenti studiati da Zappa per ognuno del partecipanti. Ed è proprio in questo ruolo che eccelle il musicista Locarnese, il quale conferma così la sua notevole conoscenza e la sensibilità nei confronti, anche, di culture diverse, che vengono recepite e fuse nella loro matrice folk-rock-jazz. Se non ci fossero i testi, e soprattutto le semplici presentazioni dei brani da parte dell'autore, si direbbe che il Ticino gli stia davvero stretto, permeato com'è da influenze varie. I testi delle canzoni, tuttavia, conservano questo respiro ticinese proprio perché l'autore si ispira ad un vissuto quasi autobiografico, nel dipanarsi di una quotidianità che è fatta di attese, dubbi, interrogativi, sogni e bruschi risvegli. Affiora così, avvalorato da un accenno all'angosciante interrogativo di questi giorni dettato dalla crisi del Golfo Persico, un ritratto che Zappa stesso definisce chiaroscuro. Questa Svizzera, che oggi si auto-celebra per la sua lunga storia, non è immune da ombre, che il cantautore denuncia in ambienti economici egocentrici e nell'eccessivo arrivismo di certi ceti sociali. Ironia e buoni sentimenti supportati da splendide costruzioni musicali ottimamente eseguite.
Il pubblico applaude calorosamente quest'apertura di serata che dà del Ticino un quadro musicale straordinariamente ricco.
Umberto Savolini